Paolo Talanca
2008-05-28 11:57:27 UTC
Ieri sera sono stato all'Auditorium di Roma a seguire per una rivista
on-line con la quale collaboro durante questa mia trasferta romana -
mi mancano gli arrosticini e il Montepulciano, quello buono!!! - un
incontro con Venditti nell'ambito di una interessante iniziativa
organizzata da due critici musicali che meritano questo appellativo:
Gino Castaldo e Ernesto Assenta di Repubblica.
Vi posto il link del mio articolo e, di seguito, lo scritto.
Vi dico solo una cosa: di fronte alle autosantificazioni di Venditti
il problema di Baglioni che canta nei casinò diventa un divertente
diversivo :-)
http://www.recensito.net/pag.php?pag=4620
Antonello Venditti: one man show all'Auditorium
28 05 2008 (Rubriche / Musica)
Si è conclusa all’Auditorium di Roma una serie di incontri organizzati
da due tra i più importanti critici musicali italiani: Gino Castaldo
ed Ernesto Assante hanno raccontato la storia della canzone italiana
grazie ad appuntamenti con personaggi di spicco del mondo della musica
e dello spettacolo; da Jovanotti a Massimo Ranieri, da Fiorella
Mannoia a Fiorello.
L’ultima serata era incentrata sugli anni Ottanta e a parlarne sul
palco c’erano lo stesso Assante e un artista di spicco come Antonello
Venditti.
Venditti è stato letteralmente un fiume in piena: ha debordato, è
straripato, è tornato nel letto del fiume e poi ha rivoluzionato il
senso della corrente; si doveva parlare degli anni Ottanta e
l’impeccabile Assante ha anche cercato di condurre il cantante
sull’argomento, ma gli sforzi sono stati vani. Questo, però, non
sarebbe assolutamente stato il problema e, a dire il vero, qualche
interessante spunto di riflessione sull’argomento è venuto fuori. Il
fatto è che il pubblico in sala ha assistito a un’ora e mezza di
autocelebrazione e qualche aneddoto divertente; per ogni propria
canzone Venditti gridava estasiato al capolavoro e alla domanda
precisa di Assante: “Ci puoi dire secondo te quale è stato il tuo
maestro?” la risposta è stata immediata: “Uno che ha scritto Sora Rosa
a quattordici anni non può avere maestri”, con una sicumera che, al
confronto, Ivan Drago con Rocky Balboa sembrava un pavido ragazzetto
brufoloso.
Ma forse alla fine dei nostri pensieri ci sveglieremo e capiremo che
quello di Venditti non era altro che un meta-discorso: che per parlare
di anni come gli Ottanta, così pieni di esaltazioni d'impatto per
scuotere il torpore generale - in cui il divismo e la strada verso il
feticismo del pop hanno dilaniato la bellezza artigianale della
canzone d'autore - c'è bisogno di un ego smisurato. Allora saluteremo
questi fantasmi e anche l'atteggiamento di Venditti ci sembrerà
sensato. Forse.
In ogni caso non si può che parlare che bene dell’iniziativa messa su
dai due critici: vedere la Sala Sinopoli stracolma per assistere a
discussioni su un argomento come la canzone italiana, troppo spesso
relegata a puro e inartistico oggetto di costume, fa assolutamente
bene alla cultura; si spera che l’anno prossimo l’iniziativa si possa
ripetere, anche per valorizzare e far conoscere l’interessante
panorama che con internet, le community e le nuove frontiere della
comunicazione si va delineando.
(Paolo Talanca)
on-line con la quale collaboro durante questa mia trasferta romana -
mi mancano gli arrosticini e il Montepulciano, quello buono!!! - un
incontro con Venditti nell'ambito di una interessante iniziativa
organizzata da due critici musicali che meritano questo appellativo:
Gino Castaldo e Ernesto Assenta di Repubblica.
Vi posto il link del mio articolo e, di seguito, lo scritto.
Vi dico solo una cosa: di fronte alle autosantificazioni di Venditti
il problema di Baglioni che canta nei casinò diventa un divertente
diversivo :-)
http://www.recensito.net/pag.php?pag=4620
Antonello Venditti: one man show all'Auditorium
28 05 2008 (Rubriche / Musica)
Si è conclusa all’Auditorium di Roma una serie di incontri organizzati
da due tra i più importanti critici musicali italiani: Gino Castaldo
ed Ernesto Assante hanno raccontato la storia della canzone italiana
grazie ad appuntamenti con personaggi di spicco del mondo della musica
e dello spettacolo; da Jovanotti a Massimo Ranieri, da Fiorella
Mannoia a Fiorello.
L’ultima serata era incentrata sugli anni Ottanta e a parlarne sul
palco c’erano lo stesso Assante e un artista di spicco come Antonello
Venditti.
Venditti è stato letteralmente un fiume in piena: ha debordato, è
straripato, è tornato nel letto del fiume e poi ha rivoluzionato il
senso della corrente; si doveva parlare degli anni Ottanta e
l’impeccabile Assante ha anche cercato di condurre il cantante
sull’argomento, ma gli sforzi sono stati vani. Questo, però, non
sarebbe assolutamente stato il problema e, a dire il vero, qualche
interessante spunto di riflessione sull’argomento è venuto fuori. Il
fatto è che il pubblico in sala ha assistito a un’ora e mezza di
autocelebrazione e qualche aneddoto divertente; per ogni propria
canzone Venditti gridava estasiato al capolavoro e alla domanda
precisa di Assante: “Ci puoi dire secondo te quale è stato il tuo
maestro?” la risposta è stata immediata: “Uno che ha scritto Sora Rosa
a quattordici anni non può avere maestri”, con una sicumera che, al
confronto, Ivan Drago con Rocky Balboa sembrava un pavido ragazzetto
brufoloso.
Ma forse alla fine dei nostri pensieri ci sveglieremo e capiremo che
quello di Venditti non era altro che un meta-discorso: che per parlare
di anni come gli Ottanta, così pieni di esaltazioni d'impatto per
scuotere il torpore generale - in cui il divismo e la strada verso il
feticismo del pop hanno dilaniato la bellezza artigianale della
canzone d'autore - c'è bisogno di un ego smisurato. Allora saluteremo
questi fantasmi e anche l'atteggiamento di Venditti ci sembrerà
sensato. Forse.
In ogni caso non si può che parlare che bene dell’iniziativa messa su
dai due critici: vedere la Sala Sinopoli stracolma per assistere a
discussioni su un argomento come la canzone italiana, troppo spesso
relegata a puro e inartistico oggetto di costume, fa assolutamente
bene alla cultura; si spera che l’anno prossimo l’iniziativa si possa
ripetere, anche per valorizzare e far conoscere l’interessante
panorama che con internet, le community e le nuove frontiere della
comunicazione si va delineando.
(Paolo Talanca)