Daniele Silvestri
2003-10-27 12:10:19 UTC
Ciao a tutti!
...che dire dell'esibizione di Claudio Sabato sera? Non credo sia
sufficiente quanto necessario acclamare la sua grandezza, nè infagottare
di iperbolici complimenti un commento da fan, visto che ormai,
nonostante qualche piccolo, trascurabile e ipotetico passo falso, sia
oggettivamente insindacabile l'inarrivabile superiorità globale di
Claudio Baglioni.
Certo, è un mio giudizio, il che fa presupporre che da qualche parte ci
sia un più o meno folto gruppo di denigranti che quella zazzera nuvolosa
non la sopportano proprio, eppure.. eppure per un fantomatico paradigma
di giudizio delle cosiddette personalità largamente o fiocamente
rilucenti di propria brillantezza nel corposo palcoscenico dello show
business, senza alcun dubbio anche in ragione di comprovabili
equiparazioni di simili cammini artistici e professionali e di dati alla
mano, non si può non tenere conto della magnifica perdurazione nella
elitè dello star system italiano del nostro amato Claudio Baglioni come
una delle presenze più floride, intramontabili, indiscutibili e
innovative.
Sabato sera, a "Torno Sabato" ho avuto il piacere di assistere ad una
"ospitata baglioniana" come da copione ricca di ironica, studiati gesti
e gag ad hoc, ma altresì ( riletto con l'ottica sommativa di simili
intromissioni quali "Donna sotto le stelle", durante la quale Claudio
canticchiava medley seduto sulle scale di piazza di Spagna e intonava
acuti e falsetti delle belle nuove "Sono io" e "Tutto in un abbraccio",
acclamato come un messia, o Video Italia, serata in cui ha riproposto in
solitudine su piano, chitarra e tastiera buona parte del suo repertorio
fatto di Hit classiche e brani dell'ultimo cd, passando per Zelig, La
Fabbrica del sorriso, All Music e via discorrendo, con alterna fortuna
ilare ma con costante elevazione vocale ) ad un Baglioni in perfetta
forma, vestito intorno alle sue proverbiali doti naturali quali la voce,
l'arte pura e una buona dose di ironia.
La quale, a volte, se usata ad minchiam, può falsare il personaggio,
renderlo sfuggente, costruito: per uno che ha fatto "Anima mia" dopo
anni di fugaci apparizioni pubbliche e anni interi di schiva lontanza
dai riflettori è tutto dire. Oggi Baglioni è un uomo maturo e cosciente
di se, capace di giostrarsi bene nel suo fare mestiere e tendenze
"evocative", ed indorarsi, qua e là, con aneddoti e una migliore
appropriazione della propria natura di popstar.
Nessuno, credo, può dire di aver trovato nel suo intervento nello show
di Panariello qualche nota stonata: avvolto da un look sufficientemente
serio ( via l'eccessiva pelle nera degli abiti e della faccia lampadata,
via le magliette aderenti e gli occhialoni trendy, per far posto a una
camicia bianca e a una giacca da prima serata ) e da un istrionismo
tutto canterino, l'ex agonia dimostra ancora una volta di sapersi calare
nella parte del cantautore oscillante tra i grandi impegni seri e le
piccole intromissioni giocose. Interessante e confortante che non abbia
più di tanto promosso la sua prossima tournèè (che sta doppiando, e
qualcosa vorrà dire), indicativo il modo con cui gioca con il suo
passato introducendo a mò di stornellatore estratti di successi che a
cantarli in clonazione ci si fanno i dischi tarocchi.
Sublime la perla "Mai più come te", cantata rigorosamente dal vivo (
senza la benchè minima sbavatura ed anzi con una padronanza del pezzo
eccellente ), un brano composto da note cupe, arpeggi da fuoriclasse,
sbalzi di tono e modulazioni tipicamente baglioniane ricche di
difficoltà quanto di bellezza vocale.
E che dire del duetto con Morandi? Durante un "Endrigo" d'annata, una
"Mondo d'amore" e una "Poster" ineccepili Claudio ha fatto il RE, ha
commosso, trionfato.
E' ovvio che quando si mettono assieme due monumenti della musica
italiana ( a proposito, i biografi mi aiuteranno a confermare che ci fu
una simile prestazione in tv ai tempi di "Oltre" o poco più tardi, a
Canale 5 all'interno di una trasmissione in cui un più giovane Morandi
presentava Baglioni, Jannacci e Paoli per una fugace carrellata di pezzi
storici in onore ai cantautori italiani, tra le quali anche la stessa
Poster, che poi, recentemente, il duo Morandi- Baglioni ha nuovamente
intonato, come si sa, durante il concerto della scorsa estate allo
stadio Euganeo di Padova ) un qualche cosa di discreto debba uscirci per
forza. Ma se nessuno sindaca l'evidenzia della classe del Gianni
nazionale, cosa dire della maestria con cui Baglioni ha sovrastato,
impreziosito, avvalorato, surclassato la voce del suo celeberrimo
collega? Due timbri non indifferenti, ma certamente distanti in quanto a
capacità tanto attuali quanto storiche.
Morandi, che pure ha dato alla musica nostrana molto materiale da
setacciare nella storia, non ha l'estensione baglioniana, e neppure
l'abilità dai controcanti, la profondità "bassa" e le salite in scala e
in allungo che Claudio sembra interpretare con banale semplicità in
barba alla loro asprezza:, tant'è che le performance morandiane sono
belle e toccanti a confronto dei 3/4 della attuale discografia del
BelPaese, ma appaiono scialbe, mediocri, addirittura sporche di basso
rilievo a confronto con quelle del "nostro" Claudio: le quali, in certi
tratti, non solo sfioravano le vette più nitide della leggiadria
espositiva, ma rischiavano di farci colare a picco per l'emozione e lo
stuggimento.
Ci possiamo appellare ai numeri che non sono più come quelli delle
stagioni dorate; sottolineare esibizioni pseudo comiche (ma non canore )
di lieve impatto, narrare maestranze di astanti modaioli più del
mago-Claudio. Ma poco importa.
Resta la bellezza di una voce che tutto, e tutti, spazza via.
Non importa se ad un tour maestoso quanto rischioso per un
pluri-cinquantenne alieno da videoclip e da adolescenze prolungate dai
lifting, i numeri da snocciolare siano meno dei cosiddetti 230mila, se
gli ascolti di una prima serata di musica d'autore non raccoglie gli
stessi apprezzamenti di fiction a basso costo su carabinieri che
recitano peggio del cane Rex: perchè ogni cosa, perfino ogni dato
negativo ( mescolato ai tanti, tantissimi positivi che Baglioni ha la
possibilità ma non la sfacciataggine di elencare ) da usare in favore di
gelosie artistiche o smanie di protagonismo riflesso, finisce con il
navigare nel più piatto mare delle inettitudini.
Nessuno che abbia il passato di Baglioni continua ad avere la forza, la
lucidità e la creatività necessarie per metter su gesti da epopea,
tocchi da maestro e genialità in musica. Nessuno che abbia venduto
quanto lui continua ad aver voglia di stupire cantando in teatri lirici
da solo al pianoforte senza ausili e senza particolari gesti
promozionali, perchè tanto i posti si sarebbero riempiti a scatola
chiusa, con la consapevolezza di chi da sempre apprezza la sua arte
maestosa. Nessuno canta nei pulmann, nei camion, gira la città e dà
l'anima cantando dal vivo brani di difficoltà estrema senza pretendere
nulla che non sia un applauso.
E' questa la grandezza, e forse la motivazione ancora viva: la voglia di
stupire in un applauso, la voglia di stupirsi per un applauso.
Un album di capolavori quali "tutto in un abbraccio" "Mai più come te",
"Quei due", "Patapan", "Tienimi con te", senza contare i passaggi più
sinfonici o più puramente pop-caraibici in esso presenti, tour
faraonici con palchi spaziali e performes numerosi quanto un quartiere,
tour a sorpresa nei siti archeologici, tournee teconologiche o intime,
trilogie armoniche e metaforiche, inni di pace e stadi a voci unisone,
rappresentano solo ultimi esempi di come Claudio Baglioni sia tuttora
uno dei più grandi ( anche se a mio parere è indiscutibilmente il più
grande ) protagonisti della scena musicale.
Per cui, per tutti quelli che lo apprezzano, continuiamo a tenercelo
senza pretese eccessive. Per tutti coloro i quali lo disprezzano,
continuate a tenervelo ostile con pretese eccessive. La storia, come
qualcuno disse, gli darà ragione.
E tutti faranno la corsa per mettersi in fila a versare il nettere del
brindatore fortuito.
ciao,
daniele silvestri
...che dire dell'esibizione di Claudio Sabato sera? Non credo sia
sufficiente quanto necessario acclamare la sua grandezza, nè infagottare
di iperbolici complimenti un commento da fan, visto che ormai,
nonostante qualche piccolo, trascurabile e ipotetico passo falso, sia
oggettivamente insindacabile l'inarrivabile superiorità globale di
Claudio Baglioni.
Certo, è un mio giudizio, il che fa presupporre che da qualche parte ci
sia un più o meno folto gruppo di denigranti che quella zazzera nuvolosa
non la sopportano proprio, eppure.. eppure per un fantomatico paradigma
di giudizio delle cosiddette personalità largamente o fiocamente
rilucenti di propria brillantezza nel corposo palcoscenico dello show
business, senza alcun dubbio anche in ragione di comprovabili
equiparazioni di simili cammini artistici e professionali e di dati alla
mano, non si può non tenere conto della magnifica perdurazione nella
elitè dello star system italiano del nostro amato Claudio Baglioni come
una delle presenze più floride, intramontabili, indiscutibili e
innovative.
Sabato sera, a "Torno Sabato" ho avuto il piacere di assistere ad una
"ospitata baglioniana" come da copione ricca di ironica, studiati gesti
e gag ad hoc, ma altresì ( riletto con l'ottica sommativa di simili
intromissioni quali "Donna sotto le stelle", durante la quale Claudio
canticchiava medley seduto sulle scale di piazza di Spagna e intonava
acuti e falsetti delle belle nuove "Sono io" e "Tutto in un abbraccio",
acclamato come un messia, o Video Italia, serata in cui ha riproposto in
solitudine su piano, chitarra e tastiera buona parte del suo repertorio
fatto di Hit classiche e brani dell'ultimo cd, passando per Zelig, La
Fabbrica del sorriso, All Music e via discorrendo, con alterna fortuna
ilare ma con costante elevazione vocale ) ad un Baglioni in perfetta
forma, vestito intorno alle sue proverbiali doti naturali quali la voce,
l'arte pura e una buona dose di ironia.
La quale, a volte, se usata ad minchiam, può falsare il personaggio,
renderlo sfuggente, costruito: per uno che ha fatto "Anima mia" dopo
anni di fugaci apparizioni pubbliche e anni interi di schiva lontanza
dai riflettori è tutto dire. Oggi Baglioni è un uomo maturo e cosciente
di se, capace di giostrarsi bene nel suo fare mestiere e tendenze
"evocative", ed indorarsi, qua e là, con aneddoti e una migliore
appropriazione della propria natura di popstar.
Nessuno, credo, può dire di aver trovato nel suo intervento nello show
di Panariello qualche nota stonata: avvolto da un look sufficientemente
serio ( via l'eccessiva pelle nera degli abiti e della faccia lampadata,
via le magliette aderenti e gli occhialoni trendy, per far posto a una
camicia bianca e a una giacca da prima serata ) e da un istrionismo
tutto canterino, l'ex agonia dimostra ancora una volta di sapersi calare
nella parte del cantautore oscillante tra i grandi impegni seri e le
piccole intromissioni giocose. Interessante e confortante che non abbia
più di tanto promosso la sua prossima tournèè (che sta doppiando, e
qualcosa vorrà dire), indicativo il modo con cui gioca con il suo
passato introducendo a mò di stornellatore estratti di successi che a
cantarli in clonazione ci si fanno i dischi tarocchi.
Sublime la perla "Mai più come te", cantata rigorosamente dal vivo (
senza la benchè minima sbavatura ed anzi con una padronanza del pezzo
eccellente ), un brano composto da note cupe, arpeggi da fuoriclasse,
sbalzi di tono e modulazioni tipicamente baglioniane ricche di
difficoltà quanto di bellezza vocale.
E che dire del duetto con Morandi? Durante un "Endrigo" d'annata, una
"Mondo d'amore" e una "Poster" ineccepili Claudio ha fatto il RE, ha
commosso, trionfato.
E' ovvio che quando si mettono assieme due monumenti della musica
italiana ( a proposito, i biografi mi aiuteranno a confermare che ci fu
una simile prestazione in tv ai tempi di "Oltre" o poco più tardi, a
Canale 5 all'interno di una trasmissione in cui un più giovane Morandi
presentava Baglioni, Jannacci e Paoli per una fugace carrellata di pezzi
storici in onore ai cantautori italiani, tra le quali anche la stessa
Poster, che poi, recentemente, il duo Morandi- Baglioni ha nuovamente
intonato, come si sa, durante il concerto della scorsa estate allo
stadio Euganeo di Padova ) un qualche cosa di discreto debba uscirci per
forza. Ma se nessuno sindaca l'evidenzia della classe del Gianni
nazionale, cosa dire della maestria con cui Baglioni ha sovrastato,
impreziosito, avvalorato, surclassato la voce del suo celeberrimo
collega? Due timbri non indifferenti, ma certamente distanti in quanto a
capacità tanto attuali quanto storiche.
Morandi, che pure ha dato alla musica nostrana molto materiale da
setacciare nella storia, non ha l'estensione baglioniana, e neppure
l'abilità dai controcanti, la profondità "bassa" e le salite in scala e
in allungo che Claudio sembra interpretare con banale semplicità in
barba alla loro asprezza:, tant'è che le performance morandiane sono
belle e toccanti a confronto dei 3/4 della attuale discografia del
BelPaese, ma appaiono scialbe, mediocri, addirittura sporche di basso
rilievo a confronto con quelle del "nostro" Claudio: le quali, in certi
tratti, non solo sfioravano le vette più nitide della leggiadria
espositiva, ma rischiavano di farci colare a picco per l'emozione e lo
stuggimento.
Ci possiamo appellare ai numeri che non sono più come quelli delle
stagioni dorate; sottolineare esibizioni pseudo comiche (ma non canore )
di lieve impatto, narrare maestranze di astanti modaioli più del
mago-Claudio. Ma poco importa.
Resta la bellezza di una voce che tutto, e tutti, spazza via.
Non importa se ad un tour maestoso quanto rischioso per un
pluri-cinquantenne alieno da videoclip e da adolescenze prolungate dai
lifting, i numeri da snocciolare siano meno dei cosiddetti 230mila, se
gli ascolti di una prima serata di musica d'autore non raccoglie gli
stessi apprezzamenti di fiction a basso costo su carabinieri che
recitano peggio del cane Rex: perchè ogni cosa, perfino ogni dato
negativo ( mescolato ai tanti, tantissimi positivi che Baglioni ha la
possibilità ma non la sfacciataggine di elencare ) da usare in favore di
gelosie artistiche o smanie di protagonismo riflesso, finisce con il
navigare nel più piatto mare delle inettitudini.
Nessuno che abbia il passato di Baglioni continua ad avere la forza, la
lucidità e la creatività necessarie per metter su gesti da epopea,
tocchi da maestro e genialità in musica. Nessuno che abbia venduto
quanto lui continua ad aver voglia di stupire cantando in teatri lirici
da solo al pianoforte senza ausili e senza particolari gesti
promozionali, perchè tanto i posti si sarebbero riempiti a scatola
chiusa, con la consapevolezza di chi da sempre apprezza la sua arte
maestosa. Nessuno canta nei pulmann, nei camion, gira la città e dà
l'anima cantando dal vivo brani di difficoltà estrema senza pretendere
nulla che non sia un applauso.
E' questa la grandezza, e forse la motivazione ancora viva: la voglia di
stupire in un applauso, la voglia di stupirsi per un applauso.
Un album di capolavori quali "tutto in un abbraccio" "Mai più come te",
"Quei due", "Patapan", "Tienimi con te", senza contare i passaggi più
sinfonici o più puramente pop-caraibici in esso presenti, tour
faraonici con palchi spaziali e performes numerosi quanto un quartiere,
tour a sorpresa nei siti archeologici, tournee teconologiche o intime,
trilogie armoniche e metaforiche, inni di pace e stadi a voci unisone,
rappresentano solo ultimi esempi di come Claudio Baglioni sia tuttora
uno dei più grandi ( anche se a mio parere è indiscutibilmente il più
grande ) protagonisti della scena musicale.
Per cui, per tutti quelli che lo apprezzano, continuiamo a tenercelo
senza pretese eccessive. Per tutti coloro i quali lo disprezzano,
continuate a tenervelo ostile con pretese eccessive. La storia, come
qualcuno disse, gli darà ragione.
E tutti faranno la corsa per mettersi in fila a versare il nettere del
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daniele silvestri
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