Discussione:
9. Va ora in onda la replica di... Raccolta delle analisi su "Acqua dalla luna"
(troppo vecchio per rispondere)
Ivan
2003-10-09 21:07:30 UTC
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ACQUA DALLA LUNA

Volevo essere un grande mago
incantare le ragazze ed i serpenti
mangiare fuoco come un giovane drago
dar meraviglie agli occhi dei presenti
avvitarne il collo e toglierne il respiro
un tuffatore in alto un trovatore perso
far sulla corda salti da capogiro
passare muri e tenebre attraverso
come un cammello entrare nella cruna
librarmi equilibrista squilibrato
uno che sa stralunare la luna
polsi di pietra e cuore alato
e stupire tutti quelli
che non sanno la fortuna
che non hanno mai una festa
i tristi e i picchiatelli
io lasciavo a casa un figlio
gli occhi dietro la finestra
un saluto nel berretto
e non usci' un coniglio
accorrete pubblico
gente grandi e piccoli
al suo numero magico
vedrete
mille e piu' incantesimi
piano non spingetevi
costa pochi centesimi
volevo diventare un pifferaio
stregare il mondo ed ogni sua creatura
crescere spighe di grano a gennaio
sfidar la morte senza aver paura
e mettere la testa in bocche di leoni
un domatore vinto un cantastorie muto
far apparire colombi e visioni
l'uomo invisibile l'uomo forzuto
lanciar coltelli e sguardi come gelo
saper andare in punta delle dita
uno che si getta a vuoto nel telo
del lungo inverno della vita
e portare sopra un carro
elemosine di cielo
tra silenzi d'ospedale
e strappi di catarro
io restavo zitto a fianco
quando mamma stava male
e sembrava Pulcinella
dentro il pigiama bianco
accorrete pubblico
gente grandi e piccoli
al suo numero magico
vedrete Cucaio
in mille e piu' incantesimi
piano non spingetevi
costa pochi centesimi
se sapessi un di
innamorarmi di quelli che
non ama nessuno
se potessi portarli li'
dove il vento dorme
se crescesse acqua dalla luna

Onikage:
Allora.
Claudio è arrivato quasi a metà del cammino di Oltre. Il suo fantastico
viaggio di musica nella memoria e negli affetti lo ha portato (e lo porterà
ancora) a misurarsi con se stesso.
In questa canzone Claudio racconta chi è stato Cucaio e quali sono stati i
suoi sogni di bambino (il mago). Come probabilmente tutti noi da bambini,
Cucaio piccolo mago voleva stupire, farsi notare per la sua abilità
("Mangiare fuoco come un giovane drago...").
Un Cucaio più maturo (ma non si chiama ancora Claudio), ma non meno
ambizioso, ha nuovi sogni, nuove mete ("E stupire tutti quelli che non
sanno la fortuna"). Cucaio nel crescere però non è mai cambiato.
Riuscire in ogni frangente o il voler portare felicità o stupore alle
persone bisognose ("Stupire tutti quelli che non sanno la fortuna", "E
portare sopra un carro elemosine di cielo") lascia il giovane Cucaio un
aspirante mago sognatore, quale era da bambino.
L'impatto con la realtà è quindi tremendo. Il cuore di cristallo di Cucaio
si frantuma contro i piccoli-grandi dolori (ma reali) della vita, che lo
trovano del tutto impreparato. Il contrasto è veramente stridente. Il
parallelo mago-realtà, che richiama per struttura Naso di falco, è
magistralmente rappresentato.
Quando lasciava suo figlio a casa senza un padre dov'era quel mago che
stupiva i tristi e coloro che non hanno mai avuto una festa? Oppure come
avrebbe potuto Cucaio portare ad altri elemosine di cielo quando silenzioso
davanti a sua madre malata era del tutto impotente?
Alla fine della canzone Cucaio che ancora vive in Claudio vorrebbe ancora
fare magie ("innamorarmi di quelli che non ama nessuno"), ma da ammette la
sua impotenza nel riuscirci ("Se crescesse acqua dalla luna").

L'ultima frase mi ricorda tanto "I vecchi" quando dice
"Se sapessi un dì innamorarmi di quelli che non ama nessuno
Se potessi portarli lì dove il vento dorme se crescesse acqua dalla luna"
per certi versi molto simile a
"I vecchi, se avessi un'auto da caricarne tanti mi piacerebbe un giorno
portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti sedia sediola
oggi si vola e attenti a non sudare"

Il dolore per l'ammissione di essere giusto un "fallito di successo" è
riportato per me con una tenerezza disarmante nelle frasi
"Io lasciavo a casa un figlio gli occhi dietro la finestra
Un saluto nel berretto e non uscì un coniglio"
"Io restavo zitto al fianco quando mamma stava male
E sembrava Pulcinella dentro il pigiama bianco"
Se le leggo lentamente mi commuovono. Io trovo dolore in ogni parola.

L'acqua che cresce dalla luna è per me il simbolo di qualcosa che non potrà
mai accadere, così come Claudio non riuscirà mai a rimediare agli errori
commessi.
Già nelle strofe Claudio fa cadere suo malgrado i castelli di carte
costruiti da Cucaio ("trovatore perso", "equilibrista squilibrato",
"domatore vinto", "cantastorie muto") e ammette la sua agonia.
In Acqua dalla Luna quindi la separazione da Cucaio incomincia a farsi
netta, e risulta dolorosissima. Davanti a se stesso Claudio ammette di avere
fallito in tanti frangenti. Claudio soffre tantissimo per tutto questo. Ha
sempre desiderato essere "l'uomo giusto", ma ancora non riesce ad essere
"giusto un uomo". Questo dolore è destinato a rimanere dentro Claudio
(Tamburi Lontani, Pace, Titoli di coda, Opere e omissioni), e dovrà
portarselo dietro come una croce.

Onikage
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Ale:
Non so perché, ho perso il filo, ma...eccoci arrivati ad "Acqua dalla luna",
canzone che, a mio avviso, giustificherebbe ampiamente da sola la mia teoria
secondo la quale Claudio è uno dei Grandi del '900 italiano. Anche qui, come
in stelle di stelle, il Nostro ci indica cosa avrebbe voluto essere, ma i
colori aspri della prima canzone ("io sperai di esser tra quelli...sudici
eroi...quei cialtroni degli artisti, scopatori, pederasti, tristi,
incantatori, aquilonisti, egoisti") qui stingono verso le dolcissime tinte
di un acquerello che tratteggia la figura di Artista quasi come di un
missionario..."E stupire tutti quelli che non sanno la fortuna, che non
hanno mai una festa, i tristi e i picchiatelli"..."E portare sopra un carro
elemosine del cielo...".
In entrambe, però, si respira la consapevolezza di un fallimento che va al
di là del non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati (Cucaio lo è
diventato davvero, un artista), ma che, forse proprio per questo, di quegli
obiettivi ci mostra la limitatezza, rispetto al "lungo inverno della vita".
Al "grande mago" che incanta le ragazze ed i serpenti, non riesce
l'incantesimo più importante...La frase a cui mi riferisco è, per me, una
delle chiavi di volta della canzone e dell'intero album, ed è di una
bellezza sconvolgente..."Io lasciavo a casa un figlio, gli occhi dietro la
finestra, un saluto nel berretto, e non uscì un coniglio..." L'amarezza per
l'allontanamento dal figlio, che emergerà prepotentemente anche in "Tamburi
lontani" ("Credi, figlio mio, mi mancano i tuoi baci che non ho...") rende
vani, e, allo stesso tempo, necessari, tutti gli altri suoi
incantesimi...Vani perché, per quanto bene possano riuscire, non
allevieranno la sensazione di fallimento...Necessari, perché unica "via di
fuga"..Non a caso, secondo me, le strofe sono al passato ("volevo
essere...diventare..."), mentre il ritornello è al presente ("Accorrete,
pubblico...): mi sembra di vedere un ulteriore collegamento con "Stelle di
stelle", in particolare con la dibattuta frase "Io in che parole
fuggirò...", che, secondo me, indica proprio la sua voglia di rifugiarsi in
ciò che sa fare, nella sua professione di cantautore.
Merita di essere sottolineata, infine, la caleidoscopica ricchezza di
immagini e metafore nel descrivere il "fenomeno da baraccone"...l'intera
canzone, a mio avviso, gronda genialità.

E' meglio che mi fermi, perché, se leggo un'altra volta il testo, va a
finire che sposto Claudio dai "grandi del '900" ai "grandi di tutti i
tempi"...Poi, mi dicono che sono un "fan cieco"...:)))))

Voto: 10 e lode.
Ale
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Diddolo:
Aggiungendomi al coro unanime per la "bashtardaggine" di Onikage, voglio
dire anche la mia su "Acqua dalla luna", anche se da aggiungere non c'è
molto. Come giustamente sottolineato da Onikage, in tutta la canzone
troviamo espressa l'antitesi fra l'uomo e il mago: da una parte troviamo il
sogno di Cucaio, dall'altra la delusione nello scoprirsi uomo, con tutti i
suoi limiti, e nell'avere tradito il suo sogno.

"Mettere la testa in bocche di leoni" --> "un domatore vinto"
"Far sulla corda salti da capogiro" --> "equilibrista squilibrato"
"Volevo essere un grande mago" --> "...e non uscì un coniglio"

Il padre se ne va lasciando il figlio solo a casa, con gli occhi fissi
dietro la finestra: lui lo saluta, ma dal cappello non esce nessun
coniglio... dov'è quel mago che voleva incantare e sbalordire gli occhi del
suo pubblico? Inizia qui il bilancio delle "opere e omissioni"...

In questa volontà di essere mago c'è forse il desiderio di farsi forte
davanti agli ostacoli della vita, "lanciar coltelli e sguardi come gelo",
poter risolvere i problemi con fermezza, senza farsi troppo coinvolgere...
Nei versi "io restavo zitto al fianco quando mamma stava male" io ci sento
tutta la sofferenza di chi, preoccupato per una persona cara, non riesce a
trovare neanche una parola di conforto, ma non per mancanza d'amore,
piuttosto per incapacità di esprimere i propri sentimenti. Quante volte è
più facile consolare o dare consigli a una persona che ti è più lontata...
spesso capita così: quanto più una persona ti è vicina, tanto più ti trovi
in difficoltà nel trovare le parole giuste, perché soffri insieme a lei e ti
lasci coinvolgere dalla situazione. Così per il figlio lasciato solo a
casa... magari non lo voleva abbandonare o trascurare: forse soltanto per
pudore non riusciva a esprimere tutto il suo amore per lui.

Io sperai di esser tra quelli
che camminano le vie ribelli
stelle di stelle sudici eroi
quei cialtroni degli artisti...
incantatori aquilonisti... (da "Stelle di stelle")

Forse le magie di Cucaio non sono altro che le canzoni di Claudio... anche
l'artista è un mago, che cerca di incantare il pubblico con le sue canzoni.
I cantanti, per il ruolo che rivestono, vengono spesso circondati da questo
alone di "irrealtà": vengono adorati, diventano figure "mitiche", eroi senza
macchia e senza paura, capaci di emozionare e incantare, magari di regalare
attimi di vicinanza, guarire solitudini. Forse il contrasto tra il mago e
l'uomo è lo stesso contrasto fra la maschera del cantante e la sua vita
reale, quella dietro il palco, fuori dalle luci.

Se sapessi un dì innamorarmi di quelli che non ama nessuno
Se potessi portarli lì dove il vento dorme
Se crescesse acqua dalla luna

Cucaio vorrebbe donare pace ai cuori che soffrono, metterli al riparo dai
dolori e dalle insidie del mondo, caricarli tutti su "un treno per dove non
arrivi il vento di follia che gela il cuore e che ci trascina via". Cos'è
l'acqua dalla luna? Intanto è qualcosa di irrealizzabile, un sogno,
un'utopia... La superficie della luna è arida, brulla, così come il cuore
indifferente della gente: se dalla luna sgorgasse l'acqua, questo paesaggio
deserto potrebbe riprendere vita e nel cuore degli uomini potrebbe tornare
l'amore, anche per le persone più indifese, per gli emarginati. Ma l'acqua
dalla luna non può crescere e l'uomo non può farsi mago: l'illusione di
Cucaio è destinata a rimanere tale.

Diddolo
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Il 13 settembre del 2000 altre informazioni su questo brano ce le dava un
certo Black e White:

Bè ecco l'episodio in questione: Claudio racconta spesso
ai concerti e ai raduni episodi di quando era bambino; non ricor
do in quale occasione ha detto che la sua passione giovanile per
i fumetti era dovuta alla capacità di alcuni personaggi di fare
cose fantastiche ed impossibili agli uomini comuni. In particolare
era colpito da Pico de Paperis che era praticamente
onniscente e in possesso di miriadi di lauree (quindi sicuramente in
grado ad es. di "essere un grande mago" grazie alla laurea in
magologia). Da qui l'idea di incarnare in una canzone tutti i
sogni di bambino. Pare che inizialmente anche l'ispiratore (Pico)
della canzone dovesse essere citato nel testo ma poi, vista la
bellezza mirabile dell'opera compiuta, Claudio ha saggiamente
evitato citazioni fumettistiche.
Baci Black & White
@Paolo@
2003-10-10 06:37:01 UTC
Permalink
perchè ancora volere andare a molestare questi testi che da soli fanno
vivere le loro immagini dalla testa passando per il cuore fermandosi nello
stomaco?

paolo
ale
2003-10-10 10:37:49 UTC
Permalink
Post by @Paolo@
perchè ancora volere andare a molestare questi testi che da soli fanno
vivere le loro immagini dalla testa passando per il cuore fermandosi nello
stomaco?
???
MOLESTARE?
Non mi sembra il termine adatto... :o)
Ciao.
Ale
@Paolo@
2003-10-10 15:49:41 UTC
Permalink
Post by ale
???
MOLESTARE?
Non mi sembra il termine adatto... :o)
Ciao Ale, sei il vecchio ale dalle orecchie a punta di qualche anno fa?
cmq hai rgione, il termine più corretto e imbaglionare.

Ciao, Paolo }:-)
ale
2003-10-12 15:00:19 UTC
Permalink
Post by @Paolo@
Post by ale
???
MOLESTARE?
Non mi sembra il termine adatto... :o)
Ciao Ale, sei il vecchio ale dalle orecchie a punta di qualche anno fa?
Boh?
Sono un "ale" di qualche anno fa, ma non saprei se definire "a punta" le mie
orecchie... Sono grosse, sì, ma piuttosto rotondeggianti... :o))
Ciao.
Ale
Clab
2003-10-12 01:14:52 UTC
Permalink
perchè ancora volere andare a molestare questi testi >che da soli fanno
vivere le loro immagini dalla testa passando per il cuore >fermandosi
nello
stomaco?
paolo
Ciao Paolo :o)

Innanzitutto è un piacere conoscerti e, lasciami dire che hai un bel nome
:-PPP

Se non ricordo male da qualche tuo altro post, mi sembra di capire che tu
non sia un "teorizzatore" dell'analisi dei testi... io mi trovo nella
situazione opposta dato che trovo intrigante ed affascinante cercare di dare
un significato anche ai "movimenti digestivi" che le parole di Claudio
generano... alle volte poi si esagera ed io adoro anche gli accostamenti
azzardati e un pò pazzarielli... è bello vedere che ci sono teorie
discordanti a proposito... però in un NG di Baglioni mi piacerebbe leggere
più spesso thread come questi...

ps: perdona l'ora per eventuali errori o frasi "non-sense" :-PPP

Paolo (ops, mi chiamo così anch'io :-PPP )
@Paolo@
2003-10-13 06:44:21 UTC
Permalink
[...] trovo intrigante ed affascinante cercare di dare
un significato anche ai "movimenti digestivi" che le parole di Claudio
generano... alle volte poi si esagera ed io adoro anche gli accostamenti
azzardati e un pò pazzarielli... è bello vedere che ci sono teorie
hai ragione anche tu,
cosa voglio di più..., no questa è un'altra storia...

cmq hai ragione, siamo tutti un po' uguali e diversi.
la voglia di spiegare certi testi diventa a volte un sistema per esprimere
il proprio stupore.
e perchè no, anche un modo nel ng per avere conferma delle proprie
interpretazioni.
Però è anche vero che ciascuno di noi si innamora di una canzone proprio per
il senso che ci ritrova, per l'interpretazione che da. Mentre dare in bocca
a Claudio le proprie idee è diverso.
Se ti piace analizzare profondamente un testo deve essere un tuo gusto e
libertà, ma vorrei suggerire di non voler andare troppo a fondo, rischiando
di credere di capire e di aver scoperto ciò che non c'è, o meglio ciò che
cucaio mai ha pensato.

E' chiaro il senso autobiografico di ogni canzone di Claudio. Capisco anche
la gioia nel scoprirlo se una persona è vicina alle sue canzoni da poco
tempo. Io difetto di conoscerlo forse da troppo essendo molto legato anche
ai tempi delle schedine, delle lampadine e dei poster soli, canzoni cioè che
molti di voi non sopportano e che però dovrebbero iniziare a considerare.
Come si fa a capire un uomo se non partendo da quando era un "bambino"? Come
si fa a capire la strada di Claudio se non si sa da dove è partito? Ma
continuo a perdere il filo del discorso: da principio intendevo chiedermi
che interpretazioni bisogna trovare in Acqua dalla luna: uno dei testi più
autobiografico di tutti e anche molto chiaro a differenza di altri.
Ha un senso interpretare un 'autobiografia?

Ciao Paolo

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chi mi racconta una storia?
iniziato 2009-11-28 10:05:25 UTC
salute mentale
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